Oggi la sveglia me la da i rintocchi del campanile sarei stato a letto tutto il giorno, dopo una gran dormita, la camerata era piccola 12 brande e nessun russatore…un caso.
Scendo in cucina per preparami la colazione e con grande sorpresa la sera prima le due volontarie svizzere che gestiscono l’Albegue avevano preparato per tutti, caffè, latte, pane, burro e marmellata…che lusso.
Mi metto in marcia e sbaglio anche sentiero nonostante aver cercato con la pila la freccia gialla che indica il cammino mi accorgo dopo un’ora di essermi perso in un bosco, ritorno al punto di partenza e finalmente imbocco la stradina giusta, all’inizio si costeggia la statale per poi trovare il piacere di attraversare i campi e gli altopiani della Castiglia ascoltando il silenzio che rende il paesaggio ancor più suggestivo.
Si attraversano un paio di paesini con l’immancabile chiesetta, un piccolo negozio di alimentari e quello che più conta la preziosa fontana dove sgorga sempre un’ acqua fresca a dissetare e rigenerare le forze del pellegrino .
Si sale sino ai 1.300 m.dove vi è un monumento che ricorda i caduti della guerra civile spagnola, si cammina per un lungo tratto in altura lungo un sentiero che costeggia i boschi di larici e cespugli di erica quando in lontananza si scorge un campanile, e calcolando le ore di marcia deve essere l’agoniata meta dopo tanto camminare, l’abitato di SAN JUAN DE ORTEGA
Un villaggio con qualche casa, l'antica e preziosa chiesa datata al 1163 ampliata poi nel 1477 da ISABELLA LA CATTOLICA anche lei pellegrina in questo cammino e l’attiguo antico monastero ora adibito ad Albergue che conserva ancora il suo fascino primitivo con le spesse mura di pietra, un grande refettorio in disuso, due camerate con letti a castello e il chiostro che ora a noi pellegrini serve per stendere i panni ad asciugare, non vi è una una cucina e pertanto ci si deve accontentare di qualche panino alla vicina osteria e alla sera il menu del pellegrino un piatto con empanada e verdura.
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