lunedì 4 aprile 2011

24.08.11 LOGROÑO - NAJERA km.31






Sveglia alle 4 caffè solubile con del latte e biscotti 4.30 sono già in cammino dopo una notte tribolata per il caldo e i russatori che non mancano mai.
Uscire dalla città è sempre complicato per trovare la freccia gialla che ti indica il cammino, una volta imboccato il sentiero ci si rilassa, oggi si attraversano due paesini intermedi Navarrete e Ventosa dove secondo la guida c'è un negozio di alimentari e cosi è a Nvarrete mi fermo per un panino e delle tavolette di cioccolato indispensabili per non andare in riserva d'energie, la fontana per riempire le bottiglie d' acqua, e poi via id nuovo attraversando la campagna della Rioja per arrivare a Najera dove alla periferia della città si passa davanti ad un magazzino per raccolta delle patate e ne approfitto per metterne un po nello zaino per la cena della sera ed è qui che mi raggiunge Kevin pellegrino Inglese che ho conosciuto a Pamplona e stiamo camminando più o meno allo stesso passo e di quando in quando ci troviamo per i sentieri.
Poco prima di entrare in Najera sul muro di una fabbrica dismessa vi è un bellissimo poema scritto da un parroco di un vicino paese, di cui faccio una foto.
Si entra in Città per il ponte romanico e mi fermo al RIFUGIO MUNICIPAL gestito da dei volontari molto cordiali dove si lascia un'offerta, doccia, lavare i panni e subito un meritato riposo in branda.
Alle sei cena comunitaria con Inga che ha avanzato due scatolette di tonno, Io ho una cipolla l'olio e un pomodoro e un pacco di spaghetti giusto per una pasta al tonno, Lorenne la belga una scatoletta di lenticchie e dei crakers, prepara dei crostini, Kewin con dei biscotti e una tavoletta di cioccolato come dessert...grande cena in allegria.
Lorenne ci lascia dispiaciuta deve tornare al suo lavoro di infermiera.
















25.08.11 NAJERA - SANTO DOMINGO DE LA CALZADA KM.21








Oggi il percorso non presenta particolari problemi come indica la guida, faccio colazione nel frigo vicino al latte Inga mi ha lasciato un messaggio di buon cammino, mi dice che è troppo stanca, vuole riposare un po e partirà più tardi.



Mi metto in cammino e subito dopo aver lasciato la città il percorso si presenta piacevole si attraversano campi coltivati, vigneti, grandi distese di campi di grano falciati ancora gialli, si passa per AZOFRA un paese moderno che interrompe la pace del camminare al pellegrino in contrasto con ben altri panorami del CAMINO.
Da qui in avanti ci sono 16 km di solitudine e bisogna soprattuto fare scorta di acqua e da mangiare.
All'entrata di SANTO DOMINGO DELLA CALZADA si passa davanti ad un magazzino per la raccolta delle patate e ne metto nello zaino un pò giusto per la cena.
Prendo alloggio all' ALBERGUE COFRAIDA DEL SANTO, una struttura nuova ben gestita fornita di buone camerate e bagni sufficienti per i 210 p.l. una cucina comoda, una sala lettura con internet, si può definire un 5 stelle.
Alla sera con Kevin cena patate all'olio con una scatoletta di tonno.
Da visitare la CATTEDRALE ROMANICA dove al suo interno una gabbia di polli bianchi vivi a ricordare un miracolo secolare.






































26.08.11 SANTO DOMINGO DE LA CALZADA - BELORADO KM.23










Oggi il cammino lascia la regione della LA RIOJA per attraversare la CASTILLA LEON , è ancora buio non si vedeno le stelle il celo nuvoloso promette pioggia e dopo poco cominciano le prime gocce indosso la mantellina e continuo a passo veloce il vento mi disturba e l'acqua mi bagna i pantaloni, come altri pellegrini avvolti nei mantelli svolazzanti sembriamo tante figure surreali a sfidare le intemperie ma il passo non si arresta.



La prima parte del percorso costeggia la statale per poi inoltrarsi nella campagna, ma oggi il solo pensiero è di arrivare in fretta al rifugio per rifocillarsi e indossare dei panni asciutti, si cammina nel fango a testa bassa per evitare la pioggia fastidiosa che ti punge in faccia.



Arrivo a BELORADO e mi fermo al RIFUGIO PAROQUIAL che si trova all’ingresso del paese gestito da due volontarie svizzere molto gentili l'albergue molto spartano ma ben tenuto con passione all'accoglienza del pellegrino dove chiedono solamente una donazione volontaria.



Oggi domenica in paese si festeggia il santo patrono processione e alle (5 de la tarde) tutti nella PLAZA DE TOROS per una corrida singolare, dove non vi è sangue ma si sfida il toro a capriole... questa è la corrida che mi piace.

27.08.11 BELORADO - SAN JUAN DE ORTEGA KM.24.5



Oggi la sveglia me la da i rintocchi del campanile sarei stato a letto tutto il giorno, dopo una gran dormita, la camerata era piccola 12 brande e nessun russatore…un caso.


Scendo in cucina per preparami la colazione e con grande sorpresa la sera prima le due volontarie svizzere che gestiscono l’Albegue avevano preparato per tutti, caffè, latte, pane, burro e marmellata…che lusso.


Mi metto in marcia e sbaglio anche sentiero nonostante aver cercato con la pila la freccia gialla che indica il cammino mi accorgo dopo un’ora di essermi perso in un bosco, ritorno al punto di partenza e finalmente imbocco la stradina giusta, all’inizio si costeggia la statale per poi trovare il piacere di attraversare i campi e gli altopiani della Castiglia ascoltando il silenzio che rende il paesaggio ancor più suggestivo.


Si attraversano un paio di paesini con l’immancabile chiesetta, un piccolo negozio di alimentari e quello che più conta la preziosa fontana dove sgorga sempre un’ acqua fresca a dissetare e rigenerare le forze del pellegrino .


Si sale sino ai 1.300 m.dove vi è un monumento che ricorda i caduti della guerra civile spagnola, si cammina per un lungo tratto in altura lungo un sentiero che costeggia i boschi di larici e cespugli di erica quando in lontananza si scorge un campanile, e calcolando le ore di marcia deve essere l’agoniata meta dopo tanto camminare, l’abitato di SAN JUAN DE ORTEGA


Un villaggio con qualche casa, l'antica e preziosa chiesa datata al 1163 ampliata poi nel 1477 da ISABELLA LA CATTOLICA anche lei pellegrina in questo cammino e l’attiguo antico monastero ora adibito ad Albergue che conserva ancora il suo fascino primitivo con le spesse mura di pietra, un grande refettorio in disuso, due camerate con letti a castello e il chiostro che ora a noi pellegrini serve per stendere i panni ad asciugare, non vi è una una cucina e pertanto ci si deve accontentare di qualche panino alla vicina osteria e alla sera il menu del pellegrino un piatto con empanada e verdura.



















28.08.11 SAN JUAN DE ORTEGA - BURGOS km.27.5



Oggi tappa impegnativa , si parte che è ancora buio con Inga che poi come sempre si perde per strada, a confermare una scritta delle tante che si leggono lungo il cammino ( your speed is the right speed ) il tuo passo è il giusto passo.

Ci s' inoltra nei bosco avvolti da una spessa nebbia, fa freddo ma ci si scalda subito a passo veloce sino ad AGES primo villaggio dove una scritta ci ricorda che mancano 518 km a SANTIAGO meglio non pensarci.

Si continua passando per ATAPUERCA dove vi è un importante sito archeologico con tracce di presenza umana di 800.000 anni fa, di qui si sale ai 1.000 m. della SIERRA DI ATAPUERCA da dove si presenta davanti l’immenso altopiano di BURGOS e in lontananza all'orizzonte si scorge appena la città ancora troppo distante, si attraversano ancor piccoli villaggi per poi anche oggi affrontare la pena giornaliera, l’entrata in città camminando sulla strada asfaltata con i piedi che cuociono dentro le scarpe sotto il sole di mezzogiorno e poi il centro cittadino con semafori, incroci e il caos del traffico una vero stress al confronto dei sentieri in mezzo alla natura dove è un piacere camminare.

Finalmente si arriva all’ALBERGUE MUNICIPAL una struttura nuova dietro la cattedrale con 120 posti letto divisi da separé bagni a sufficienza. una grande sala da pranzo peccato non vi sia la cucina.

Da visitare la maestosa CATTEDRALE GOTICA una delle più belle d’Europa, oltre alla città con le sue tranquille piazze o le vie con i bar e le invitanti ( tapas ) stuzzichini da gustare con un buon bicchiere di vino.

Alla sera cena con Inga e Antonio uno spagnolo di Barcellona mettiamo assieme del prosciutto, formaggio, olive, pane, Antonio aveva nello zaino una bottiglia di vino della RIOJA che un contadino gli a regalato lungo il cammino.

Stiamo per finire la cena quando arriva Triune una ragazza Francese di madre Cilena e padre Asiatico, l'ho conosciuta oggi abbiamo camminato un po’ assieme, mi aveva raccontato che non ha molte possibilità economiche e che dorme in tenda con se ha un mandolino e si ferma all'ingresso delle città a suonare per raccogliere un po’ di spiccioli e quando ha le possibilità (5 euro) si ferma negli ostelli almeno per una doccia e dormire in un letto... Oggi è andata bene, la invitiamo al nostro tavolo e tutti a frugare nello zaino ad inventare una cena anche per lei, ci siamo riusciti malgrado sia vegetariana con grande soddisfazione e spirito pellegrino.


















































29.08.11 BURGOS - HONTANAS km.31.5





Oggi si affrontano le grandi ( mesetas ) altopiani, dopo aver lasciato Burgos uscendo dalla città e passando per la periferia sempre noiosa per i vari attraversamenti di strade, oggi anche l’autostrada ad intralciare il cammino per ben due volte si deve passare sotto un sottopassaggio e poi camminare sull’asfalto si raggiunge Rabè ultimo paese con una bella fontana prima di affrontare la prima meseta, una distesa desertica e l’orizzonte si perde all’infinito dove non si ha nessun punto di riferimento per dare al pellegrino la misura della distanza e a rendere ancor più allucinante il percorso il caldo torrido, e la paura di restare senz’acqua per questo la sto centellinando a sorsi, alla fine dell’attraversamento della prima meseta si arriva a ARROYO SAN BOL , ( nome più che appropriato, arroyo significa ruscello ) che consiste di un piccolo rifugio non sempre aperto situato vicino a una sorgente d’acqua attorno alla quale una ricca vegetazione verde da il senso di un’oasi nel deserto.


Dopodiché si affronta la seconda meseta per arrivare a Hontanas e come diceva la guida le illusioni ottiche sono frequenti in questi luoghi e le distanze sono difficili da calcolare, infatti questo che non si può neanche chiamare paesino meglio villaggio ti appare all’improvviso in una piccola vallata, sembra di esserci arrivati invece…Fa parte delle pene quotidiane.


A Hontanas do pace ai miei piedi all’ALBERGUE MUNICIPAL SAN JUAN che una volta era un antico ospedale, 50 pl. Con cucina siamo solamente in 4 pellegrini, si prospetta una grande dormita, all’ora di cena preparo una pasta al pomodoro con Antonio il Catalano che ho conosciuto a Burgos, poi un giro nel villaggio a scambiare qualche parola con i vecchi ancora rimasti tra queste pietre, i giovani se ne sono andati tutti, tutto il paese conta 50 abitanti.




30.08.11 HONTANAS - FROMISTA KM.34.5






Anche oggi secondo i miei calcoli mi aspettano 9 ore di cammino a passo veloce, io e Antonio ci alziamo presto dopo una bella dormita.




C’ incamminiamo a passo spedito nel buio, attraversiamo il primo paese che incontriamo CASTROJERIZ, è ancora notte si passa sotto un arco gotico, peccato non poter ammirarlo o fare una foto e dopo aver attraversato il paese, ed è qui che rivedo Kevin con grande piacere dopo alcuni giorni che ci eravamo persi per strada, mi dice che ha avuto problemi di tendinite sta prendendo degli anti infiammatori, aplicazioni di pomate e per questo non può forzare più di tanto.




Si sale ai 913 m. dell’alto di MOSTELARES, da dove si può ammirare una immensa pianura arginata da colline tutt’ intorno, e una leggera coltre di nebbia come complemento al paesaggio mattutino che il sole non ha ancora rischiarato.




Si scende per una discesa molto ripida e un’immensa pianura ci attende per essere attraversata.




Si arriva a PUENTE FITERO e il suo omonimo ponte poi ITERO DE LA VEGA , altri 9 km. BOADILLA DEL CAMINO, si entra nella provincia di PALENCIA e costeggiando il CANAL DE CASTILLA finalmente FROMISTA, al tempo dell’impero romano FRUMENTA per la zona coltivata a frumento, una piccola cittadina con la preziosa chiesa romano spagnola di SAN MARTIN ben conservata.




L’ALBERGUE MUNICIPAL per pernottare, al momento mal gestito, la cucina non ha neanche un coltello, qualche piatto, alcune signore protestano giustamente nei materassi si annidano sembrano pidocchi, comunque passo la notte indenne dai pidocchi ma non dal russatore che sta sopra al mio letto a castello e a calci cerco di svegliarlo, e cosi tutta la notte al rombo del trattore … per la serie ogni giorno la sua pena.




31.08.11 FROMISTA - CARION DE LOS CONDES Km.20































Oggi giornata facile, il programma del cammino indica solamente km.20, tappa completamente piana così ne approfitto per dormire un po di più, sveglia alle 6 colazione e prima di partire un reclamo all'hospitalero per la pessima gestione dell'albergue condivisa anche da altri pellegrini.

Mi metto in marcia con Kevin, il cielo coperto minaccia pioggia, forse preferibile al sole che in questi giorni si fa sentire con temperature che raggiungono quasi ii 40°.

Tutto il percorso è una pista pedonale lungo la statale e la difficoltà sta nel dover camminare nella monotonia senza la vista e i silenzi dei paesaggi che sin'ora abbiamo goduto nel cammino.

Kevin tiene il passo nonostante i problemi di tendiniti, assieme arriviamo a CARION DE LOS CONDES avevamo programmato di alloggiare al MONASTERO DLLE CLARISSE che troviamo subito all'ingresso del paese.

Siamo i primi ad arrivare l'hospitalero dopo averci registrati ci assegna una ( cella ) camera per due ( wow) forse abbiamo la faccia da buoni pellegrini poiché gli altri che arrivano dopo di noi devono accontentarsi di dormire nelle camerate.

Nel monastero regna una pace claustrale, non vi è nessun contatto con le monache di clausura naturalmente che occupano un'altra ala del complesso, una esperienza unica alloggiare in un monastero, di tanto in tanto giungono altri pellegrini e in silenzio con grande rispetto in questo luogo che infonde grande spiritualità nella pace più assoluta.

Visita al paese , e alla chiesa SANTA MARIA DEL CAMINO del XXII secolo distrutta in parte nella guerra d'invasione napoleonica.

Ritorno al monastero per godermi ancora la pace racchiusa tra queste antiche mura dove si conserva da secoli il silenzio e la meditazione , alle 6 i rintocchi della campana chiama tutti raccolta nella attigua chiesa per una preghiera e la benedizione al pellegrino.

Cena in una piccola stanza adibita a refettorio per noi ospiti, non vi è mezzo per cucinare, dobbiamo arrangiarci con quello che abbiamo nello zaino, ma se anche una cena frugale s in questo ambiente ha il suo sapore e si confà allo spirito del pellegrino, come tutti quelli che prima di noi hanno trovato rifugio tra queste mura da secoli, poi tutti a letto per un meritato riposo ed essere in forma per il giorno dopo.

01.09.11 CARION DE LOS CONDES - TERRADILLO DE LOS TEMPLARIOS KM.26























Ore 6 l'hospitalero ci da la sveglia, dopo una notte di sonno ininterrotto di quelle che non ricordavo da tempo, una colazione veloce pane e latte, riordinare lo zaino con una buona scorta d'acqua e provviste per il giorno, come ci consiglia la guida per affrontare il percorso di oggi dove abbiamo davanti 17 km di solitudine, una strada diritta e non si vede la fine, senza nessuna fonte d'acqua, ci vuole una certa forza psicologica per non perdersi d'animo, in questo caso non sono le gambe che ti possono tradire ma la testa.
il cielo è coperto e di tanto in tanto qualche spruzzo di pioggia, meglio così che il sole dei giorni scorsi e la schiena che non respira a contatto dello zaino gronda sudore.
Dopo aver superato questo tragitto nel nulla si vede finalmente in lontananza il primo paesino, CALZADILLA DE LA CUEZA che ti fa tirare un sospiro di sollievo sia per aver superato il primo tratto noioso e anche per fermarti a prendere qualche cosa.
Ora altri 8 km dove il paesaggio piatto non offre nessuna distrazione al pellegrino, solamente la cadenza del passo e il vagabondare dei pensieri ti portano lontano con la mente.
LEDIGOS ultimo segno di vita prima di arrivare a TERRADILLOS DE LOS TEMPLARES, piccolo villaggio il cui nome evoca i cavalieri templari ma non vi è nessuna traccia o cenno del loro passaggio.






















02.09.11 TERRADILLOS DE LOS TEMPLARIOS - EL BURGO RANERO km. 31




Altra giornata impegnativa per la distanza da percorrere 31 km. parto alle 5 il percorso si snoda attraverso campi coltivati e si entra nella provincia di LEON, il primo villaggio che s'incontra è SAN NICOLAS DEL REALCAMINO, l'unico bar di qui è ancora chiuso, stamattina non ho ancora fatto colazione in quanto l'albregue non aveva la cucina, pertanto devo fare ancora 12 km prima di trovare un altro bar, ho del cioccolato almeno un po di zuccheri per non restare senza energie, alla prossima cittadina SAHAGUN sono le 8 quando passo davanti a un caffè, un bel cappuccino e una ( napoletana ) brioche con il cioccolato e mi sento di nuovo in forma per proseguire il cammino.
Faccio un giro per la città che merita una visita per i suoi passati splendori e le sue chiese, qualche foto e via ci sono ancora 18 km tutti esposti al sole prima di arrivare AL BURGOS RANERO calcolando una media di 4 km all'ora dovrei arrivarci alle 2 del pomeriggio.
Per strada un contadino a messo delle cassette di ( ciruela ) susine a disposizione dei pellegrini perchè ne possano prendere, sotto questo sole e il tanto camminare suscitiamo molta compassione e questi piccoli gesti ti fanno immensamente piacere.
Faccio una sosta a ERMITA DE PERALES una piccola chiesa lungo il sentiero, poi si passa per BERCIANOS un paesello rurale, e qui s'incomincia ad intravedere il campanile di BURGOS RANERO, sarà la stanchezza o il caldo sembra di non arrivarci mai.
Finalmente arrivo all'albergue DOMENICO LAFFI dedicato ad un pellegrino Bolognese che al suo passaggio da queste parti scrisse un reseconto datato 1673.
Gli Hospitaleros sono di una cortesia unica e rendono l'ambiente super accogliente se anche la struttura è molto spartana con le mura ancora di ( adobe ) paglia e fango, da queste parti ci sono ancora queste vecchie costruzioni che resistono al tempo da secoli.